Atelier Urbani al Centro Internazionale Loris Malaguzzi
Il bambino ha cento lingue cento mani cento pensieri cento modi di pensare di giocare e di parlare cento sempre cento modi di ascoltare di stupire di amare cento allegrie per cantare e capire
cento mondi da scoprire cento mondi da inventare cento mondi da sognare.
Il bambino ha cento lingue(e poi cento cento cento)ma gliene rubano novantanove.
La scuola e la cultura gli separano la testa dal corpo.
Gli dicono: di pensare senza mani di fare senza testa di ascoltare e di non parlare di capire senza allegrie di amare e di stupirsi solo a Pasqua e a Natale.
Gli dicono: di scoprire il mondo che già c’è e di cento gliene rubano novantanove.
Gli dicono: che il gioco e il lavoro la realtà e la fantasia la scienza e l’immaginazione il cielo e la terra la ragione e il sogno sono cose che non stanno insieme.
Gli dicono insomma che il cento non c’è. Il bambino dice: invece il cento c’è. “
I cento linguaggi dei bambini, Loris Malaguzzi
Riuscite ad immaginare un luogo dove i bambini siano i protagonisti, dove si dia grande importanza ai loro diritti, alla loro educazione, alla crescita, alla stimolazione, alla scoperta, all’esplorazione, dove si valorizzi la loro creatività? Questo luogo esiste, si trova nella città di Reggio Emilia, in magazzini che un tempo erano del formaggio “Locatelli” dal 2006 è nato il Centro Internazionale Loris Malaguzzi.
Luce da indagare, paesaggi da immaginare, creta e carta da plasmare, sapori da ascoltare, oggetti da sentire, storie da assaggiare, immagini da catturare…..un atelier del cioccolato curato dalla Lindt & Sprüngli e “Acquarello di verdure, narrazioni e variazioni nella quotidianità di un piatto”, imparare ad ascoltare il minestrone e il rumore delle verdure trasformate in pezzetti colorati, era l’esperienza polisensoriale del cibo che i bambini dai 4 anni, potevano sperimentare accompagnati da Gianni D’Amato chef del Ristorante Il Rigoletto di Reggiolo (Reggio Emilia).
E poi ancora……
L’Atelier Fotografico, ad ogni bambino dai 3 anni ai 6 veniva data una macchina fotografica lasciandoli poi liberi di esprimersi e di immortalare quello che vedevano nei vari set fotografici….. in “segni liquidi” la trasformazione di una goccia di colore quando cade nell’acqua, i bambini osservando questo fenomeno, dovevano fissarlo con la loro macchina fotografica, trattenendo in una serie di scatti la sua evoluzione.
“Verde bianco e rosso” era il nome dato ad un secondo set con fasci di luce colorata. L’attraversamento e l’incontro delle luci con i corpi umani e non, producono trasformazioni cromatiche, variazioni di siluette, ombre colorate….
Un’intero piano, con arredi PLAY+SOFT polisensoriali, colori vivaci, forme e materiali innovativi, a disposizione dei bambini per saltare, correre, fare capriole, toccare, nascondersi e riapparire, incastrare,impilare,curiosare, stupirsi…..