CINQUE TERRE, cinque paesi sospesi tra cielo e mare


Da quì parte il sentiero n°2 che collega Riomaggiore a Manarola, la famosa “via dell’ Amore”. Ma prima facciamo uno spuntino sugli scogli, a base di “fugassa” genovese e farinata, ed osserviamo al lavoro un pescatore del posto.
La “via dell’Amore”, è un sentiero a picco sul mare lungo circa un chilometro,ma molto facile adatto anche per famiglie con bambini. Ogni tanto ci sono delle panchine in pietra dove ammirare il mare o semplicemente fare una sosta, ogni panchina ha un nome tratto dalla mitologia, bella Elena, Eros….. In certi tratti sembra davvero di essere sospesi tra cielo e mare, un caldo sole di fine inverno ci accompagna , la parete di roccia al lato del sentiero è ricoperta da fichi d’india, gigantesche agavi, profumate piante di agrumi, la vista spazia all’ orizzonte, sotto i nostri passi il mare è cristallino, sulla destra una piccola terrazza, un vignaiolo con riti semplici, è intento a “curare” la sua preziosa vite.
All’ improvviso intravediamo Manarola, riconosciamo le case dai colori variopinti.
A Manarola si trova il museo dello Sciacchetrà, un vino pregiatissimo , le sue uve vengono lasciate appassire su graticci al riparo dal sole per almeno due mesi, private poi del raspo, pigiate separando dalle bucce la dolcissima polpa.
Una leggenda racconta che
” un tempo gli abitanti delle cinque terre erano divisi da un grande odio, i capi dei cinque paesi allora, si rivolsero ad un saggio eremita, il quale propose ad ognuno di portargli qualche grappolo dell’uva prodotta nei vitigni dei rispettivi borghi. Tempo dopo il saggio convocò i cinque signori, offrendo loro una coppa di vino, tutti all’unisono lodarono ed apprezzarono il vino bevuto. A quel punto il saggio confidò che quel vino era stato ottenuto dalla mescolanza del mosto ottenuto dall’uva da loro fornita , così che da quel momento non ci fù più discordia tra i paesi e nacquero i vini delle Cinque Terre.”
Molti Poeti italiani in passato ne hanno esaltato le qualità, per Carducci era “l’essenza di tutte le ebbrezze dionisiache”, D’Annunzio lo riteneva “profondamente sensuale”, mentre Pascoli pretendeva che gliene fossero inviate alcune bottiglie, addirittura “in nome della letteratura italiana”.Vi assicuro che è buonissimo!!
Riprendiamo il trenino per arrivare dopo pochi minuti a Vernazza, camminando attraverso stretti carrugi arriviamo alla piazzetta principale dove si trova ” u cantu de musse”, “l’angolo delle chiacchiere”, punto d’incontro per i paesani nei giorni di festa.
Dal porto di Vernazza, in epoca Romana ” Vulnetia”, partivano navi cariche di vernaccia, il vino probabilmente era lo sciacchetrà. Dal borgo di Vernazza, riprendendo il trenino in direzione Genova, dopo pochi minuti di viaggio si incontra Monterosso, la più grande delle Cinque Terre.
Il nome Monterosso ha origini contrastanti, c’è chi sostiene abbia origine dalla colorazione rosea dei monti al tramonto, ma qualcun’altro dice derivi da “Refus”, signore del castello dai capelli rossi che abitava la collina;la collina venne chiamata “u munte du russu”. Monterosso,e’ divisa in due dal colle San Cristoforo, ma collegata dal tunnel della vecchia ferrovia. Da una parte si trova il borgo antico, dall’altra si trova la famosa spiaggia di Fegina.
Fegina è rinomata perchè Montale fin da bambino vi trascorreva le vacanze nella villa di famiglia, ma anche perchè la spiaggia alla fine del paese ha un singolarissimo “bagnino” da tutti chiamato “il Gigante”, una statua di Nettuno in cemento alta 14 metri , l’ imponente scultura faceva parte della lussuosa villa Pastine.
“Oh allora sballottati
come l’osso di seppia dalle ondate
svanire a poco a poco;
diventare
un albero rugoso od una pietra
levigata dal mare; nei colori
fondersi dei tramonti; sparir carne
per spicciare sorgente ebbra di sole,
dal sole divorata …”
E. Montale(Ossi di seppia, Riviere)
Il modo più comodo per visitare le Cinque Terre è il treno, la scelta è quasi obbligata nei mesi estivi, i parcheggi infatti sono pochissimi e per i turisti, molto lontani dai borghi.
Tornate a casa con ricordi belli e buoni, acquistate i limoni, le acciughe di Monterosso che venivano chiamate “u pan du mà”, il pane del mare; una bottiglia di Sciacchetrà o di Cinque terre Doc. Se è stagione recatevi dove viene coltivato il famoso basilico a foglia piccola, sulla costa del Corniolo, tra Riomaggiore e Manarola. Sabbia e sassolini saranno i ricordi per i più piccoli.
Fare colazione o uno spuntino sugli scogli a ridosso del mare è un bel modo per i bambini di osservare il lavoro attento e meticoloso dei pescatori , vedere i gabbiani in volo, annusare l’odore del mare o ascoltare il rumore delle onde.
Portatevi nel vostro viaggio un libro di poesie di Montale
Passeggiate lungo i sentieri della Cinque terre, regalano emozioni e paesaggi impagabili
Un’ altro modo per arrivare alle Cinque terre è con il battello, QUI’ trovate tutte le informazioni, orari, tariffe, luoghi di partenza.
che bello..sei venuta dalle mie parti..!!!
CIAO!MA QUANTO E’ CRESCIUTA SOFIA!LE CINQUE TERRE SONO BELLISSIME.
@Sly,abiti in posti meravigliosi, era quasi estate , weekend indimenticabile!
@raffa, hai ragione il tempo vola!si le cinque terre sono un’incanto, non andavo da quando ero bambina, era da un’infinità di tempo che ci pensavamo! un abbraccio e buona settimana
bellissime le 5 terre, una roba della quale essere orgogliosi come italiani!
@ Ciao mammaspettacolare, benvenuta sul nostro blog e grazie di aver lasciato una traccia del tuo passaggio….hai proprio ragione,in Italia abbiamo bellezze paesaggistiche ed artistiche che nessun altro paese al mondo ha e dobbiamo preservarle! a presto